di Sandro Formica
Ti è mai capitato di frequentare l’università e di apprendere tante cose ma poi non sapere come metterle in pratica?
È un problema piuttosto frequente, soprattutto in Italia, dove la conoscenza sembra essere il pilastro portante del sistema educativo.
Il vantaggio di ciò è che la nostra cultura generale è di alta qualità, certamente più alta di quella degli americani, che invece hanno una conoscenza più specifica, rivolta ad aree o discipline più circoscritte.
La conoscenza, di per sé, non ci porta molto lontano. Può farci fare bella figura quando ci troviamo a conversare con gli altri; tuttavia non ci permette di avere quella forza e quella determinazione di agire e di avere successo.
Siamo consapevoli di sapere ma non sappiamo cosa e soprattutto come fare a metterla a frutto per migliorare la nostra vita e quella di coloro che gravitano attorno a noi.
Ecco che emerge un’altra componente, essenziale e strategica per il tuo successo personale e professionale.
Questa seconda componente dell’apprendimento è lo strumento.
Senza uno strumento che metta in pratica la conoscenza, ci sentiamo bloccati, persi e confusi.
Gli Stati Uniti hanno un sistema educativo che eccelle nel dare strumenti appropriati e testati per utilizzare la forza della conoscenza e massimizzarla al fine dell’ottenimento dei risultati che desideriamo. Faccio un esempio.
Da oltre dieci anni insegno strategia aziendale all’università Commerciale Luigi Bocconi. Il concetto di strategia è fondamentale in quanto permette all’azienda, così come alla tua vita personale, di avere un proposito, una direzione, degli obiettivi, e un percorso per raggiungerli. Studiare la definizione di strategia, chi e quando l’ha creata, le sue componenti e quant’altro ti aiuti a comprenderla è importante, ma poi dobbiamo passare all’azione.
Come fare per mettere in pratica il concetto di strategia e renderlo applicabile all’azienda, alla nostra professione e alla nostra vita privata? Con un modello—quindi uno strumento—che ci indica chiaramente cosa fare, oltre a quando e come farlo.
Il modello è composto da una serie di moduli che suggeriscono le step da percorrere e le verifiche da fare. Senza questo strumento, il concetto di strategia aziendale sarebbe utile solamente per fare una chiacchierata tra amici o colleghi.
Unendo quindi lo strumento alla conoscenza, possiamo veramente iniziare ad agire e fare la differenza.
In tutti corsi che ho insegnato, quindi, ho affiancato l’elemento dello strumento alla conoscenza e ho notato dei risultati incoraggianti.
Tuttavia, non ero ancora soddisfatto.
Infatti, nonostante gli fosse stata data la conoscenza, dato e sperimentato lo strumento, condiviso case studies che hanno dimostrato la valenza dello strumento stesso, la maggioranza dei partecipanti finivano per non utilizzarlo.
Perché?
Come mai, dopo aver toccato con le loro mani l’efficacia e il successo dello strumento che gli era stato dato, non ne approfittavano per ottenere più utili in azienda, per aumentare la qualità del servizio o per essere più soddisfatti?
La ragione è semplice ed è rappresentata dalla terza componente dell’apprendimento, che sei Tu.
Anche quando ricevi conoscenza e strumenti ma non ti senti all’altezza, la tua esperienza rimarrà incompleta. C’è molto di più.
Diversi partecipanti hanno detto e ripetuto che, sì, lo strumento funziona, ma se lo applico nella mia regione sicuramente non andrà bene. Altri hanno evidenziato il fatto che, nonostante diversi studi scientifici hanno dimostrato l’efficacia dello strumento, io non ci credo e quindi non faccio nulla, o meglio, lascio le cose come stanno, anche quando stanno andando sempre peggio.
Allora è inutile apprendere e ricevere gli strumenti necessari per mettere in pratica se poi ci blocchiamo e non portiamo avanti quello che ci eravamo messi in testa di fare.
Tutti i blocchi che abbiamo dipendono esclusivamente da un’emozione, la paura.
Continuare a investire in corsi, diplomi, certificazioni è un’enorme perdita di tempo e di denaro, quando l’educazione che ricevi non viene integrata con il lavoro su se stessi, dall’intelligenza emotiva al proposito di vita, valori, bisogni, e creatività.
Ecco perché anche in un percorso di sviluppo delle competenze manageriali come il CHO – Chief Happiness Officer sarà dato ampio spazio a riflessioni, esercizi e pratiche che consentano di lavorare sulla propria self leadership, esplorare e chiarire i propri modelli mentali, valori e propositi per essere poi davvero in grado di generare quel necessario allineamento alla cultura organizzativa in cui si opera che è il punto focale alla base della coerenza dei comportamenti quotidiani e soprattutto di un sano coinvolgimento che genera vantaggi in termini di motivazione delle persone e risultati di business.