di Sandro Formica
Ti sei mai chiesta/o perché non ti stai dedicando a tempo pieno a condividere quello che c’è di meglio in te?
Quando mi trovo di fronte a un pubblico giovane e chiedo: “Qual è l’uomo che è stato definito come il più intelligente del secolo scorso?”
La risposta più frequente che ricevo è: “Steve Jobs!”
In realtà, mi riferisco ad Albert Einstein, mentre la generazione dei ventenni pensa a Steve Jobs.
Questo articolo è stato inspirato da due interviste che gli sono state fatte oltre trent’anni fa, quando è stato forzato a dimettersi dall’azienda che aveva creato.
A differenza di altri amministratori delegati di aziende che producevano computer Jobs, quando intervistato, invece di parlare degli aspetti tecnici del prodotto, utilizzava parole come “amore”, “passione”, “sentimenti” e altri termini strettamente legati al mondo emotivo, per descrivere i suoi prodotti e il suo lavoro.
Non è una coincidenza che gli utilizzatori dei prodotti Apple, più degli utilizzatori di qualsiasi altro prodotto tecnologico, confessano di essere “innamorati” del proprio telefonino, tablet o computer.
“L’Apple è stata per me un’opportunità di esprimere i miei sentimenti più profondi per essere in grado di offrire un mio contributo [all’umanità].”
Jobs continua la sua intervista spiegando che noi, come esseri umani, continuiamo a “prendere” ovunque e comunque; dalle scarpe che indossiamo alla costituzione repubblicana di cui godiamo i benefici; dal linguaggio che è stato creato per noi all’orologio che abbiamo al polso.
Era convinto che tutti noi abbiamo un gran desiderio di dare e non solamente di farlo nei nostri scambi individuali, ma anche di dare alla collettività, nel senso più ampio della parola. È il continuo “prendere” che crea in noi questo bisogno, molto forte, di contribuire.
Ti sei chiesta/o quale potrebbe essere il tuo contributo?
Senti anche tu di aver “preso” dalla collettività e ora hai bisogno di dare?
Se sì, cosa vorresti dare?
È molto importante che tu possa dedicare del tempo in tutta tranquillità e contemplare le risposte a queste domande. Se Jobs è stato in grado di trasmettere i suoi sentimenti attraverso i prodotti, puramente tecnologici, che ha creato e distribuito, figuriamoci se tu non sia in grado di comunicare ciò che ti appassiona attraverso la condivisione con la collettività dei tuoi talenti, prodotti e servizi.
Nella seconda intervista che condivido, Jobs, nel rispondere all’intervistatore del Newsweek il quale gli aveva chiesto come si sentiva, dopo essere stato allontanato da Apple, risponde:
“Per me Apple esiste nello spirito delle persone che ci lavorano. Se Apple diventa un luogo dove i computers sono intesi come prodotti di massa e non più una storia romantica, allora Apple avrà perso. Tuttavia, se tutti i dipendenti sentono ancora cosa sentivo io per i miei prodotti, allora i miei geni fanno ancora parte di quell’azienda.”
Se anche tu, desideri “prendere” dall’uomo che è considerato dalle generazioni Y e Z come un’icona da seguire ed emulare, ti esorto a riflettere sul come “dare” alla tua comunità ed all’intera collettività.
Il “dare” come viene interpretato da Jobs, è in perfetto allineamento con ciò che sente e che trasmette ai propri prodotti tramite la sua genetica, rappresentata dai suoi talenti.
Ti sei mai chiesta/o quali siano i tuoi talenti? Se sì, ti sei poi chiesta/o come poter contribuire offrendo i tuoi talenti alla collettività?
Lo stai facendo a tempo pieno, come lo faceva Jobs, oppure a tempo “perso?”
O forse non lo stai facendo affatto..
Ti sei mai chiesta/o perché non ti stai dedicando a tempo pieno a condividere quello che c’è di meglio in te?
Scegli una o più domande di cui sopra e utilizzala come promemoria della tua sveglia quotidiana, oppure utilizza l’agenda appuntamenti del tuo telefonino per porti queste domande.
Non mollare fino a quando non ti darai risposte chiare.
Sarà come ritornare a vivere.