Enrico Quintavalla è il fondatore della scuola “Kaivalya Yoga”, riconosciuta internazionalmente da Yoga Alliance. Ha passato gli ultimi 4 anni a studiare ed insegnare hatha yoga e filosofia orientale (Yoga Sutra, Advaita, Buddhismo e Taoismo) in India, Cambogia, Tailandia, Italia e Isole Canarie.
E’ traduttore dal sanscrito e propone una nuova e originale forma di insegnamento degli Yoga Sutra, il testo di riferimento per lo Yoga, che parte dalle radici di ogni singola parola, bypassando tutti i commentari successivi a Patanjali (l’autore), a dimostrazione che il messaggio originale è semplice, comprensibile da tutti, essenziale e perfetto così com’è.
E` anche counselor per situazioni stressanti, ayurveda therapist e kiirtan player ed accompagnerà i partecipanti alla prima edizione italiana del percorso di certificazione in Chief Happiness Officer in un viaggio di scoperta di se stessi, per aiutarli ad intercettare e coltivare quelle pratiche positive funzionali al rafforzamento della loro leadership positiva.
Enrico, qual è il tuo “scopo”, il tuo proposito di vita?
La motivazione principale che mi muove nella vita è la liberazione dalla sofferenza per tutti gli esseri, nel riconoscimento che questo movimento può solo partire da me per poi espandersi nel mondo attraverso l’esempio e la condivisione di insegnamenti puri.
Oltre a questo, sono estremamente curioso di conoscere esperienzialmente qual è il massimo potenziale di salute, libertà e benessere per un essere umano e questo mi porta a studiare, ricercare e sperimentare costantemente in molti campi disparati: nutrizione, studio dei processi mentali, analisi della relazione bi-univoca corpo-mente ecc..
Ho fatto mio lo scopo ultimo dello yoga: “Kaivalya”… Libertà Assoluta, Indipendenza Assoluta.
Cosa puoi raccontarci sulla Felicità alla luce di quanto hai appreso nel tuo percorso di studio, pratica e divulgazione degli antichi insegnamenti spirituali?
Desidero condividere due visioni in merito alla felicità.
La prima ha a che fare con la ricerca della felicità in questo mondo relativo, che comporta una crescita costante come esseri umani per sviluppare il nostro potenziale di massima resilienza e funzionalità nel corpo-mente che ci è stato dato.
Qui il lavoro è a tutti i livelli e comporta impegno, determinazione, sforzo costante, pazienza, il trovare strade efficaci.
I benefici sono immensi, seppure temporanei così come è temporaneo questo corpo.
La seconda riguarda la felicità che non ha supporto e che non dipende da alcuna circostanza esterna.
E` un tipo di felicità che è più semplice definire come una profonda serenità interiore e che si realizza attraverso le pratiche più alte delle diverse tradizioni spirituali del mondo, in particolare l’arte di lasciare andare e l’esperienza diretta di ciò che davvero siamo, prima di ogni nostro condizionamento mentale.
Questo tipo di felicità non può vacillare, e resta costante in ogni attimo della nostra vita, persino quando l’umore non è dei migliori e persino quando è presente dolore fisico.
Il motivo per il quale è costante nonostante le avversità è che rappresenta la nostra vera natura, lo stato primordiale dal quale il corpo-mente sorge, e nel quale torna a riposare. In sanscrito e` chiamato Sat Cit Ananda.
Come si può coltivare la Felicità?
Una domanda con molte risposte possibili.
A livello relativo possiamo davvero lavorare su molteplici ambiti:
- Nutrizione perfetta
- Training del corpo fisico
- Atteggiamento mentale positivo
- Frequentazioni positive
- Rimozione graduale di ciò che ostacola il nostro benessere
- Pratiche di amore e condivisione che posso definire: “nutrire il mondo”
A livello assoluto invece, il lavoro si sposta sulla dimensione Spirituale, principalmente attraverso il famoso motto: “conosci te stesso”.
Aggiungo solo: “senza pensare di sapere in anticipo chi davvero sei nel profondo”
Qual è la tua “routine” personale della Felicità?
Ogni pratica sopra elencata, portata avanti con impegno e dedizione.
Dal nutrire ed allenare il mio corpo in maniera funzionale al suo benessere psico-fisico, al perseguire ciò che amo di più e che porta più beneficio in me e negli altri, al seguire gli insegnamenti dei miei maestri realizzati..
In che modo gli insegnamenti spirituali possono aiutare i leader di oggi e di domani a costruire ambienti di lavoro e di relazione sani e positivi per le persone?
Formando prima di tutto Leader con UNA PROPRIA vita sana e positiva.
Per fare questo a mio avviso è indicato possedere un set di tools semplici, idonei allo scopo ed altamente efficaci.
L’esempio è ciò che davvero cambia il mondo, insieme alla capacità pratica di saper condividere ciò che ci ha portato verso il traguardo della felicità.
Coloro che portano dentro i loro cuori vera felicità possono trasmetterla in qualsiasi contesto semplicemente essendo presenti.
Forma e sostanza dovrebbero essere entrambe coltivate, eppure la forma puo` abbandonarci in tempo di crisi… La sostanza, una stabilità interna positiva, rimane nonostante ogni avversità
C’è qualche indicazione specifica nelle tradizioni che insegni che vuoi condividere con noi come stimolo di riflessione?
Uno spunto:
Maitri–adishu balani
“Amorevole gentilezza (l’attitudine interiore di essere amici) e ogni altra espressione simile, sono Vera Forza”
Sri Patanjali Yoga Sutra III.24