Ci raccontano che siamo ormai pienamente dentro la quarta rivoluzione industriale, quella digitale appunto, che sta cambiando i nostri modelli di pensiero, di relazioni, di comunicazione, di business.
Ci siamo mai fermati a riflettere su cosa sia questa ondata digitale?
Abbiamo mai pensato che non è solo tecnologie, piattaforme, analisi complesse, IoT, Big Data, ecc?
L’abbiamo mai concepita come connessioni di esseri umani e sistemi fisici e digitali? Ossia non solo come acquisizione di tecnologie ma un vero e proprio cambiamento organizzativo e gestionale che ha al centro sempre e solo le Persone? Ecco io mi occupo di sviluppo personale e con voi oggi vorrei fare un focus sulla Persona, sulla Persona 4.0 nello specifico. Anzi un focus sulle fondamenta della Reputazione Digitale, che identifico in 3 P: persona, passione, performance.
Prima però un accenno alla Reputazione digitale.
Dite al mondo cosa intendete compiere ma prima mostratelo.
Intanto sappiate che oltre al valore della vostra unicità esiste anche un valore della vostra intelligenza: si chiama appunto Valore in Capitale della vostra intelligenza. Provate a calcolarlo: è il vostro reddito annuale lordo moltiplicato 16,2.
Dobbiamo prendere coscienza che c’è una migrazione epocale dal pianeta fisico a quello digitale. Mi verrebbe da definirla quasi come un esodo “biblico” ed irreversibile verso un mondo dove sono state abbattute le barriere del tempo e delle distanze. La conseguenza diretta è che ci sono più possibilità di contatto tra offerta e domanda.
Il primo passo è prendere atto di questo nuovo scenario e muoversi di conseguenza. Due sono le azioni da fare: la prima è investire per farsi “rintracciare tra i primi” sui motori di ricerca – e questo oggi lo fanno in tanti; la seconda, riuscire a dimostrare la propria affidabilità e competenza, distinguendosi da chi fa solo promesse – e questo lo sanno fare ancora in pochi.
Quello di cui non si trova traccia su Internet non esiste. Se si trovano poche cose significa che “non è importante”: questa è la convinzione radicata nel nostro inconscio.
Ma basta la sola reputazione Digitale o forse è opportuno guardarne le fondamenta?
Leadership Digitale, Leadership 4.0 o semplicemente Leadership Positiva?
Non è la specie più forte o la più intelligente a sopravvivere, ma quella che si adatta meglio al cambiamento (Charles Darwin)
Secondo i più recenti studi filosofici, economici e psicologici, ogni Leader è chiamato ad una nuova sfida: essere in grado di integrare l’Innovazione con l’aspetto umano delle Relazioni.
Come può riuscirci? In che modo il Leader positivo può coniugare innovazione e relazioni, tecnologie e persone?
Attraverso una serie di competenze chiave, che vediamo di seguito:
Visione
Visione vuol dire vedere con gli occhi della mente, una situazione futura. La visione è la capacità di leggere il contesto, legare i concetti tra di loro, intuire in che modo andrà il futuro, per poi realizzarlo. Già Albert Einstein diceva che “l’immaginazione è più importante della conoscenza”.
In tempi più recenti, studiosi di grande rilievo come Martin E. P. Seligman, hanno dato risalto alla capacità umana di contemplare il futuro e di scrutarlo, sia consciamente sia inconsciamente, e a quanto questa funzione sia centrale nel nostro cervello.
Consapevolezza
Ogni persona e, in questo caso ogni Leader, deve conoscere se stesso per potersi migliorare, adattare, rendere flessibile ai cambiamenti e poter leggere attraverso le cose. Essere Auto-Consapevoli vuol dire conoscere la propria mente, il modo in cui ragiona, come prende le decisioni, apprende e si rapporta agli altri.
In questa direzione, le neuroscienze hanno compiuto passi da gigante, permettendoci di capire in che modo nel nostro cervello si formano le “autostrade di connessioni neuronali”, ovvero percorsi neuronali che tendiamo a percorrere più facilmente, più volentieri e con minore sforzo (le nostre preferenze di pensiero e di comportamento, appunto).
Essere Auto-Consapevole, vuol dire anche saper conoscere e riconoscere le nostre emozioni, il modo in cui solitamente le gestiamo (i pattern, ovvero gli schemi ricorrenti) e come possiamo imparare a farlo diversamente, orientandole verso i nostri obiettivi, e creando un allineamento coerente tra pensiero – emozioni – valori.
Infatti, coniugare il pensiero razionale e l’emozionalità garantisce un livello di efficacia e di sostenibilità nel tempo superiore nelle decisioni che vengono prese, rispetto a quelle che vengono assunte valorizzando solamente uno dei due aspetti, a discapito dell’altro.
Creare relazioni
Il Neo Leader deve essere in grado di costruire relazioni stabili, basate non più sul criterio del potere e del controllo nella scala gerarchica (presto vedremo come anche essa si stia dissolvendo), ma sul principio di reciprocità, sul rispetto, la fiducia, l’autonomia e la responsabilità.
Il Leader positivo è un leader umano, che favorisce la connessione, l’inclusione, la collaborazione, lo spirito di squadra; dotato d’intelligenza emotiva, mette la persona al centro e, utilizzando le abilità del coaching, aiuta a tirare fuori il suo talento e la sua creatività, per realizzare il suo potenziale unico.
Capacità di eseguire
È la capacità di organizzare, pianificare ed eseguire le strategie predeterminate, al fine di raggiungere gli obiettivi stabiliti nel breve e nel lungo termine. Senza l’azione, l’ispirazione è nulla.
Capacità di ispirare
Un vero Leader dopo aver trovato la sua vocazione con l’auto-consapevolezza e la formazione,ispira gli altri a trovare la loro.
Il Leader positivo è fonte di ispirazione perché dà l’esempio e aiuta gli altri a sviluppare una loro autonomia, responsabilità, coscienza, intelligenza emotiva, creatività e talento. È per loro una guida fondamentale, per orientare le proprie skills al fine di trovare la realizzazione.
In estrema sintesi da VALORE all’essere umano, alle relazioni, alla nostra felicità.
Per dare vita ad una società che rimetta al centro la persona e, in un’ottica di lungo periodo sviluppi le competenze necessarie per prosperare nel prossimo futuro, il Leader positivo non può non essere prima di tutto Umano. Persona che rispetta le persone.
E quindi l’unica leadership che funzionerà sarà quella con il segno +.
Alcune semplici strategie quotidiane di allenamento per il leader positivo
- STOP ALLE LAMENTELE: lamentarsi brucia lentamente i tuoi neuroni e quelli di chi ti circonda.
- SORRIDI: quando sorridi il cervello produce endorfine, le sostanze che fanno bene all’umore e alla salute.
- UTILIZZA PAROLE POSITIVE: il linguaggio attraverso le parole struttura e definisce la nostra esperienza di realtà, del mondo. Parole positive spingono il cervello verso l’area dell’eccellenza.
- RINGRAZIA: la gratitudine permette al cervello di adattarsi ed evolvere nella maniera efficace, andando a selezionare ciò che di positivo c’è intorno a noi.
- DAI UNA MANO: aiutare è un predittore positivo di salute e longevità, così come lo sono in negativo il fumo, la pressione alta, l’obesità. Se aiuti gli altri sei 5 volte meno soggetto al burnout e hai il 65% di probabilità di ottenere successi professionali.