Nell’epoca dell’iperstoria* in cui già si trovano a vivere i Paesi del G7 – Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Gran Bretagna e Stati Uniti
“ogni giorno viene generato un numero sufficiente di dati da riempire tutte le biblioteche americane più di otto volte”.
Luciano Floridi
Sebbene oggi disponiamo di tutta la tecnologia materiale per produrre e accedere a tutta questa informazione, siamo sicuri di avere anche la tecnologia “interiore” più adatta a processarla, per guidare le scelte e orientare le nostre azioni verso obiettivi se non nobili almeno utili alla nostra evoluzione (e non solo sopravvivenza) come specie?
Ci piace partire da questo interrogativo per introdurre alcune riflessioni maturate dopo la presentazione del World Happiness Report 2021.
Sì, perché il WHR – ogni anno redatto dall’ONU e presentato il 20 Marzo contestualmente alla celebrazione della Giornata Mondiale della Felicità – non è solo e banalmente la “classifica dei Paesi più felici al mondo” – come una parte della stampa italiana continua a comunicare – ma una poderosa fonte di dati – 212 pagine di temi di ricerca, misurazioni, tabelle, comparazioni – raccolti con l’obiettivo di intercettare in maniera accurata quelle informazioni che si ritiene debbano essere prese in considerazione dai governi e dalle imprese per definire strategie e politiche capaci di generare progresso sociale, benessere e felicità di ogni persona e del nostro pianeta.
212 pagine di dati che, per quanto detto in apertura, sebbene oggi abbiamo a disposizione e restituiscono una fotografia molto chiara di come stanno andando le cose nel mondo, si fa fatica a “distillare” e ancor di più ad incorporare nell’agenda politica dei nostri governi.
Vogliamo dunque partire proprio da qui, dalle affermazioni – o “call to action” – di due degli autori del report che nel meeting virtuale di lancio hanno dichiarato:
Oggi abbiamo solidi e seri strumenti di misurazione del principio di Bentham della massima felicità per il massimo numero di persone e per introdurre quindi la felicità come base dell’analisi politica.”
Jeffrey Sachs
I politici e i governanti devono prendere in considerazione ciò che davvero conta per le persone e ciò che interessa le persone – e la loro felicità – è la salute e le relazioni umane più che il reddito.
Richard Layard
Quale felicità misura il World Happiness Report?
Premesso che gli esperti di Scienza della Felicità sanno che:
- La felicità è un costrutto teorico-pratico ormai noto e accreditato. Per approfondire: bibliografia sulla SdF
- Le felicità ha due dimensioni: edonica ed eudamonica. Edonica: è legata al piacere, alla soddisfazione. E’ quello che “proviamo” quando ci sentiamo felici ed è la dimensione più indagata. Eudaimonica: è legata alla nostra “tecnologia interiore” ed è su questa che affonda le radici gran parte di ciò che la rende una competenza. E’ quello che facciamo intenzionalmente per rendere la nostra vita sostenibile nel tempo. Dipende per il 50% dai nostri geni, per il 10% dalle circostanze di vita e per il 40% dalle nostre scelte e comportamenti intenzionali (ricerche di Sonya Lyubomirski)
Il WHR misura il subjective well-being (l’indicatore complessivo di felicità con cui vengono comparati i diversi Paesi del mondo) attraverso 3 dimensioni che fanno riferimento soprattutto alle variabili economiche e alle dimensioni edoniche della felicità:
- la soddisfazione di vita, calcolata attraverso: reddito pro-capite; supporto sociale; aspettativa di vita sana; libertà di scegliere la propria vita; generosità; percezione di corruzione.
- l’esperienza di emozioni positive e negative, rilevate attraverso l’indagine Gallup World Poll su scala di Cantril.
Considerato il particolare momento storico, l’indagine del 2020 si è focalizzata soprattutto sul vissuto, gli impatti e le conseguenze del Covid-19, che è stato coperto in tutti i capitoli del report tranne l’ultimo: 1. Happiness, Trust and Deaths under COVID-19; 2. COVID-19 Prevalence and Well-being: Lessons from East Asia; 3. Reasons for Asia-Pacific Success in Suppressing COVID-19; 4. Mental Health and the COVID-19 Pandemic; 5. Social Connection and Well-Being during COVID-19; 6. Work and Well-being during COVID-19: Impact, Inequalities, Resilience, and the Future of Work; 7. Living Long and Living Well: The WELLBY Approach
Cosa è emerso dal World Happiness Report?
Elenchiamo di seguito quelle che dal nostro punto di vista rappresentano le informazioni “di qualità” che l’indagine ci consegna e che dobbiamo tenere in considerazione nelle scelte strategiche e nelle politiche che adottiamo come imprese, comunità, nazioni se vogliamo davvero costruire un futuro sostenibile e felice per noi tutti e soprattutto per le prossime generazioni.
- La felicità è un bene comune e per assicurarla va prestata attenzione sia alle dimensioni edoniche, sia a quelle economiche ma soprattutto a quelle eudamoniche.
- E’ stato rilevato un aumento del 10% delle emozioni negative, soprattutto si assiste ad un peggioramento della salute mentale tra donne, giovani e persone più povere, con servizi di salute mentale interrotti in molti paesi. Ciò è grave se si considera che è probabile che la pandemia lasci un impatto duraturo sulle giovani generazioni.
- Donne, giovani, minoranze etniche, lavoratori a basso reddito e con scarse qualifiche sono le categorie più a rischio di espulsione dal mercato del lavoro e anche quelle che hanno visto il peggioramento della salute mentale.
- Aumentano quindi le disuguaglianze tra alcune categorie (donne, giovani, poveri, minoranze etniche) che non riguardano più solo la dimensione economica (reddito e occupazione) ma anche il benessere mentale.
- Inoltre viene segnalato che i dati delle recessioni passate e delle prime ricerche sulla pandemia COVID-19 suggeriscono che per i giovani che raggiungono la maggiore età in condizioni macroeconomiche peggiori conterà sempre di più la sicurezza finanziaria in età adulta.
- Si conferma l’importanza del capitale sociale: un intero capitolo è stato dedicato a questo e ha confermato la forte correlazione tra capitale sociale, benessere e resilienza. L’indagine, che si è avvalsa del contributo di Sonya Lyubomirski, un riferimento scientifico importante in tema di felicità, ha messo anche in evidenza i fattori di protezione e rischio, sia per il benessere che per il capitale sociale. Si è visto, ad esempio, che le persone con meno senso di connessione sono più infelici, così come le persone più sole e con minor sostegno sociale. Fiducia e supporto sociale sono correlate alla felicità più del salario, della disoccupazione o del rischio di ammalarsi.
- Infine, per la verticale sul lavoro è stata inserita un’indagine Indeed.com (condotta solo negli USA) che utilizza per la prima volta nel report una domanda esplicita sulla felicità. Senso di appartenenza e flessibilità sono diventati fattori ancora più importanti per la felicità al lavoro.
- Scopo, auto-realizzazione e apprendimento sono diventati meno importanti. Tuttavia, l’importanza di altri driver (fiducia, supporto, inclusività, appartenenza, ecc.) è rimasta invariata, suggerendo che
ciò che rende i luoghi di lavoro favorevoli al benessere in tempi normali li rende anche più resilienti nei momenti difficili.
Chiaramente ciò che abbiamo riportato qui sopra è una estrema sintesi ragionata della ricchezza riportata dal report.
Chi avesse voglia di approfondire può sia attingere direttamente alla fonte: leggi il WHR 2021, sia acquisire ulteriori insights del report nell’appendice inclusa in questo documento: WHR 2021- Insights
Cosa ne facciamo dei dati del World Happiness Report?
Il “pattern di valore” che abbiamo utilizzato per orientarci nella quantità di dati disponibili offerti dal report è stato quello del proposito di 2BHappy Agency (la felicità prima di tutto e per tutti) e della sua missione:
- divulgare informazioni solide sulla scienza della felicità e sulla felicità come competenza allenabile, sia come persone che come sistemi;
- nutrire le competenze di leader e professionisti per guidare la trasformazione culturale delle organizzazioni verso l’armonizzazione di benessere e business;
- generare impatto attraverso la realizzazione di progetti concreti che fanno fiorire le persone e i sistemi, impegnandoci in ogni contesto (famiglie, imprese, scuole, no profit, ospedali..). Come abbiamo fatto quest’anno e lo scorso anno nei mesi di marzo, attraverso le iniziative di Geni Positivi e Chief Happiness Officer. Guarda tutte le iniziative realizzate per la Giornata mondiale della felicità 2021 e la Maratona della Felicità del 2020
Con un occhio particolare ai giovani e al mondo dell’Educazione…
Perché se il report ribadisce l’importanza del capitale sociale per la felicità e la resilienza e ci conferma che abbiamo scelto la strada giusta, dandoci l’obiettivo di costruire una comunità intorno al principio della felicità per declinare il costrutto in ogni contesto, a partire da quello lavorativo, raccogliamo anche l’invito ad agire in maniera più forte, strategica ed efficace per colmare quel gap che sta emergendo verso le giovani generazioni.
Se i dati servono appunto a guidare le azioni e non solo a parlare, noi ci prendiamo l’impegno di aumentare le azioni affinché si possa costruire un futuro positivo e felice per i ragazzi e le ragazze da cui l’abbiamo preso in prestito.
E il momento giusto per agire è ORA.
E per concludere riportiamo solo un esempio di come 2BHappy sceglie ogni giorno dicostruire futuri preferibili offrendo le proprie esperienze e trasferendo conoscenze aggiornate in progetti dedicati all’Università.
Note
*L’iperstoria è un’epoca in cui le ICT e le loro capacità di processare dati non sono soltanto importanti ma condizioni essenziali per assicurare e promuovere il benessere sociale, la crescita individuale e lo sviluppo generale. Luciano Floridi, La quarta rivoluzione. Come l’infosfera sta trasformando il mondo.