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Eco-life: la felicità sostenibile

di Mirella Facchinetti

Chi è Mirella Facchinetti?

Free lance, con 16 anni di esperienza nello sviluppo di impresa internazionale. Laureata alla scuola per interpreti e traduttori, ha scelto di spendere il suo talento per le lingue straniere, la sua creatività, curiosità e amore per le relazioni nel commercio estero di prodotti di food&beverage e moda italiani.

L’esperienza lavorativa internazionale le ha permesso di osservare l’osservazione di culture e modelli socio-economici più efficaci ed efficienti di quello italiano.

All’età di 30 anni , grazie ad un viaggio in Svezia, ha iniziato a mettere in discussione il modello socio-culturale-economico italiano, e ha intrapreso un master in Imprenditoria con business coach americani della Silicon Valley. Questo percorso ha suscitato una profonda crisi, che ha portato alla scelta di iscriversi alla Scuola Internazionale di Biodanza dove ha appreso il sistema di facilitazione per l’integrazione dell’identità, con sé stessi, con gli altri e con il cosmo. A giugno 2022 ottiene la certificazione di Business Agility Facilitator. A giugno 2023 quella in Chief Happiness Officer.

Com’è cambiata la visione del lavoro e delle organizzazioni grazie alla certificazione in CHO? 

Una volta terminata la certificazione CHO ho iniziato a riconoscere i diversi contesti e ho compreso un aspetto fondamentale per il benessere condiviso: non si può forzare il cambiamento negli altri, sta a ciascuno di noi scegliere se cambiare. E una volta riconosciuto il contesto, forzare il cambiamento saltando dei passaggi altrimenti è distruttivo.

Un sistema ha bisogno di gentilezza, progressività e pazienza per cambiare e un cambiamento sostenibile è dato dallo stato attuale (x) +1 (lo stato evolutivo successivo).

Non ha alcun senso forzare più salti quantici alla volta.

Questa riflessione profonda mi ha permesso di essere più gentile con me stessa e allo stesso tempo di assumere piena responsabilità del contesto in cui scelgo di operare, mettendo in atto il coraggio di rifiutare collaborazioni non allineate al mio stadio evolutivo e la pazienza di esplorare e attendere contesto e momento adeguato per agire.

Guidata dai pilastri della Scienza della Felicità agisco in dimensioni e tempi più lineari e sostenibili. Le fondamenta scientifiche mi hanno aiutato a fidarmi della mia intuizione.
Il mio progetto Eco-life è stato concepito durante la certificazione (verso maggio 2023)  e  ha preso vita a febbraio 2024.

Terminata la certificazione, qual è stato il focus del tuo primo miglio?

L’obiettivo del primo miglio è stato creare un modello di vita funzionale alla mia felicità, che fosse sostenibile rispetto al mio stadio di evoluzione.

Sono partita dalla consapevolezza di cosa conta davvero per me, i miei valori, cosa mi fa stare bene quindi con integrità e fiducia che ce l’avrei fatta, nonostante non avessi il controllo dell’intero processo bensì muovendomi un passo alla volta.

Com’è nato il progetto?

Nella primavera del 2022 ho compreso nel profondo che dovevo cambiare vita. La mia mente faceva molta resistenza al cambiamento, avevo paura di perdere la sicurezza economica ed emotiva, gli affetti e il supporto della mia famiglia. Ma c’era un impulso interiore che spingeva molto più forte della mente: ardeva come un fuoco. A quel tempo passavo minimo 8 ore davanti al pc, in smartworking, isolata, con troppa attività mentale e troppo poca attività sociale, creativa, manuale.
Un giorno mentre lavoravo ebbi una sorta di visione: vidi me stessa con le mani nella terra e con in braccio un bambino di colore. In quel momento la chiamata fu chiarissima: “dò le dimissioni, ho bisogno di tornare da me stessa”.
Avevo davvero bisogno di ritrovarmi… chi ero davvero, quale era la mia essenza. Quel modello culturale e di vita non faceva più per me!
Non stavo bene nella dimensione del troppo sapere, del fare in eccesso pur di essere visti, riconosciuti e del guadagno ad ogni costo. Quella non era vita per me. O meglio, non lo era più!
Mi sentivo una leonessa in gabbia: da un lato dedicavo la maggior parte del mio tempo di vita al servizio del denaro, della sicurezza economica e dall’altro spendevo quasi tutti i soldi per rigenerarmi dal malessere che provavo.

Senso di solitudine e separazione sono stati i protagonisti della mia vita per molto tempo.

Ad agosto 2022 decisi di lasciare tutto… casa, lavoro, affetti, città natale per partire all’esplorazione di nuovi modelli di vita, fondati sulla cooperazione, la cura e l’integrazione con la natura. Ricordo di aver dichiarato apertamente “vado a ri-educare me stessa”.

Ho visitato comunità ed ecovillaggi in Italia, Spagna, Portogallo, Brasile e poi ho deciso di intraprendere il percorso di certificazione CHO per capire come coniugare questi modelli con quelli delle organizzazioni lavorative “tradizionali” con il fine di generare contaminazione positiva.

L’attaccamento a quel mondo era ancora presente e dettato da rabbia per le ferite e le violenze subite, per la tossicità assorbita e per la scarsità che vivevo nelle aziende.

Raccontaci Eco-life

Eco-life può essere di ispirazione per i millennials e per la Gen Z, che soffrono profondamente nel modello tradizionale nel quale non si riconoscono e che non hanno ancora trovato una soluzione sostenibile per realizzare la loro felicità.

Quello che propongo e divulgo è un modello eco-sistemico per imparare a scambiare (darsi e dare valore) nell’ottica del meno io più noi.

Riconoscere il valore incondizionato del  proprio essere, oltre il paradigma violento della punizione/ricompensa e del risultato è possibile se ci si sgancia da schemi imposti e se c’è un vero ritorno all’essenziale. Chi sono? Cosa conta davvero per me?

Per uno stile di vita che riduce gli sprechi e rigenera risorse, orientato costantemente al meno fare e avere, più essere, occorre definire priorità solide e risvegliare la motivazione profonda, oltre  i traumi infantili e i meccanismi di autosabotaggio. Servono ordine e disciplina! 

La scelta di eco fattori positivi, come il luogo dove vivere e le persone con le quali condividere poi sono essenziali per alimentare la chimica positiva.
Per iniziare ho intrapreso un percorso di integrazione spirituale del mio nucleo (bambina interiore), con il maschile (padre interiore) e il femminile (madre interiore) per raggiungere autonomia affettiva e materiale.

Ho poi messo in vendita i vestiti della mia vita precedente per stimolare con il riuso consapevole e dare la possibilità ad altre donne di curare lo stile salvaguardando risorse economiche.

Il secondo grande passo è stato acquistare un Van del 1986 e con le risorse economiche che avevo ho ripristinato meccanica ed estetica. Ho iniziato a vivere in Van partendo dalla Sardegna, luogo di grande energia ancestrale materna. La natura selvaggia rappresenta certamente un eco-fattore positivo per la riuscita del mio modello: stare lontano dalla civilizzazione e l’industrializzazione risveglia la nostra natura interiore ancestrale e fortemente repressa dalla nostra cultura.
La natura rappresenta per me una grande maestra di vita e di benessere, al di là di ogni dimostrazione scientifica.

Nella natura e grazie ad essa, ho incontrato persone magnifiche e tessuto relazioni virtuose. Ho trovato delle anime in cerca di senso vero, con cui creare un nuovo paradigma di ritorno alla nostra natura umana più sacra. 

Ho svolto numerose attività creative: danza, teatro e diversi lavori manuali, dalla potatura delle vigne, al giardinaggio, dalla piantumazione al cucito e ho provato una gioia mite profondissima.

Mi sono alimentata perlopiù con prodotti locali, spontanei, di stagione, spesso da me raccolti. Ho realizzato progetti di sensibilizzazione sulla necessità collettiva di una trasformazione culturale. Ho co-organizzato un seminario sulla paura della morte, con un contributo di Biodanza.

Ho partecipato alla scrittura di un libro sulla sindrome dell’impostore, insieme ad altre donne.

Da 11 mesi, sperimento un modello economico misto che toglie potere al denaro e lo considera uno strumento di scambio sullo stesso livello di altri: 

  • scambio di servizi e competenze con prodotti o altri servizi 
  • offerta libera e consapevole; si annulla la pretesa energetica di chi deve chiedere e chi deve pagare e entrambi, chi offre e chi riceve si assumono la responsabilità di dare valore a ciò che si scambia non più a livello quantitativo bensì qualitativo e in questo modo si rende lo scambio più equo ed accessibile. 

Ho anche creato un corso di business & marketing etico per portare consapevolezza sulle manipolazioni del sistema economico capitalistico e restituire agli acquirenti la libertà e la responsabilità di scegliere come contribuire al bene comune.
Gli indicatori di efficacia del progetto sono:

  • come mi sento e quanto sono fedele ai miei valori e alla visione tracciata (integrata , fiduciosa, ricca, coraggiosa, felice)
  • la qualità delle relazioni
  • la mia capacità di mantenere l’energia positiva nonostante le difficoltà. 

Quali sono state le principali difficoltà o gli ostacoli da superare?

L’ostacolo più ostico è stata ed è la paura del fallimento! Spesso mi attraversa il pensiero di non farcela, di non essere felice,  di non avere abbastanza risorse, di essere sola.
All’inizio certamente le sfide sono state la mancanza di supporto nel processo di acquisto del Van, la difficoltà di negoziazione e i difetti occulti scoperti dopo, la difficoltà a reperire i pezzi di ricambio e a far funzionare il riscaldamento.

Provavo rabbia verso me stessa e coloro che mi hanno messo il bastone fra le ruote.

Per superare gli ostacoli mi sono aggrappata allo scopo e a quel fuoco ardente che ancora bruciava dentro di me.

Su quali forze hai potuto contare per realizzare il prototipo?

Conoscenza, chiarezza di intenti, forza di volontà. Anche il coraggio e la gratitudine alla vita e a me stessa, in ogni momento, soprattutto quando tutto non è esattamente come lo vorrei.

Ho tanta  fede nella vita e questo mi salva sempre!

Anche la presenza costante di una guida spirituale è fondamentale per me: sapere che qualcuno prima di me (lui) ce l’ha fatta, vivendo esattamente le mie stesse esperienze è di conforto e di ispirazione.

Quali sono gli effetti positivi, le lezioni apprese, i primi risultati che puoi rilevare?

Ho imparato ad accettarmi e ad accogliermi come sono!

Ascolto le mie emozioni e rispondo alla vita sempre con impulsi propositivi verso il bene. Guardo alle sfide e ai “nemici” come grandi maestri per la mia evoluzione. Sono entrata in contatto con il mio dolore più profondo, ho guardato in faccia le mie emozioni, i miei sentimenti di sofferenza con grande onestà, e grazie a questo ho potuto liberarmi i miei “demoni” interiori. Ho parlato alla mia bambina interiore con grande pazienza e cura. Ho danzato tanto ed è arrivata l’accettazione e poi la compassione.

Sono diventata un diffusore di gioia ed energia positiva. Vedo in modo tangibile come le persone aprono il cuore e si lasciano ispirare quando mi racconto.

Sono esempio coerente per chi non crede ancora nella realizzazione dei propri sogni, per chi vive nella sofferenza normalizzata, invece che nel piacere.

La sofferenza non si può evitare! Bisogna passarci attraverso e trasformarla.

Ho appreso che possiamo contribuire ad un sistema evolutivo, solo e soltanto se prima ci dedichiamo al nostro spazio vitale individuale, trasformando interiormente le credenze e le esperienze che abbiamo interiorizzato a livello fisico ed emotivo. 

Sono creatrice della mia vita. La maggior parte delle persone cercano fuori la propria felicità e autorealizzazione, che si tratti di manager o di persone che scelgono altre espressioni professionali.

Vedo con chiarezza che molti manager e imprenditori tossici non sono risolti e per questo avvelenano l’ambiente e le persone intorno a loro.

Cosa immagini per il prossimo futuro?

Voglio consolidare la mia indipendenza affettiva, finanziaria e relazionale. Cerco di creare relazioni interdipendenti con le persone che hanno compiuto il mio stesso cammino e hanno raggiunto la propria indipendenza e felicità interiori per scambiare in abbondanza.

Immagino di creare una comunità diffusa, attraverso il viaggio con un modello flessibile che mette l’accento sugli aspetti prioritari a seconda del genius loci.